venerdì 13 aprile 2012

pasqua e i falsi miti di progresso


seconda pasqua lontana da casa con tanto di voglia di colomba a sleppazze e agnello arrostito in abbondanza.
quest'anno però sono rimasta a berlino, così è stato inevitabile confrontarsi con le tradizioni pasquali altrui quelle tedesche, in primis, ma anche con la non-tradizione mussulmana. insomma giornate piene di scoperte.

scoperta numero 1: i tedeschi festeggiano la pasqua più degli italiani.
qui è festa sia il venerdì' santo che domenica e lunedì, e quindi si fanno un bel ponte con la scusa della pasqua. la cosa è strana perchè la maggioranza dei tedeschi è protestante per cui molte delle festività cattoliche che ci sono in italia, qui sono del tutto ignorate (ebbene sì, lo scorso ferragosto ero dall'ortopedico a togliere i punti, l'immacolata in fila all'ufficio del lavoro, tutti-i-santi/halloween e il carnevale non esistono, vi assicuro che la cosa è sconvolgente, almeno il primo anno!). 

scoperta numero 2: per i mussulmani gesù non è mai morto in croce.
a morire sarebbe stato un suo sosia, mentre il maestro si sarebbe nascosto da qualche parte per 3 giorni e poi sarebbe tornato in circolazione (questo per lo meno è quel che ho capito parlando con persone mussulmane). alla domanda "e poi come va a finire?", Wikipedia risponde addirittura accennando ad una fuga in india!....la cosa ovviamente sarebbe da approfondire, certo è che già così c'è l'incipit da blockbuster hollywoodiano.  

scoperta numero 3: a pasqua non tutto il mondo è paese
cari tedeschi, la tradizione di passare le vacanze di pasqua a nascondere e cercare uova in mezzo ai prati è prettamente vostrana, al massimo anglogermanica. questo spiega come mai nel periodo di pasqua gli italiani si affollano sulle autostrade con macchine piene di uova di cioccolato alte come minimo 15cm, incartate con carta catarifrangente e per ciò impossibili da nascondere in giro per i prati.
in italia le uova sono un regalo che gli adulti, genitori e parenti, fanno ai bambini. i bimbi italiani non sono addestrati a setacciare posti idilliaci alla ricerca di uova colorate e ovetti di cioccolato nascosti da un fantomatico coniglio burlone, loro sanno che le uova di cioccolato sono frutto della spesa pasquale dei grandi. davanti alle uova in loro scatta l'istinto massacratore del tirex: la distruzione dell'uovo per vedere cosa c'è dentro, oltre all'ingozzarsi con la cioccolata di cui questo stesso è fatto, è ciò per cui sono stati allevati a provar gioia e infinito piacere a pasqua.    

si può dire che lo stesso meccanismo interessa anche i grandi. con il passare del tempo infatti l'istinto da tirex evolve e a pasqua inizia a manifestarsi nei confronti dei cuccioli di pecora di 40 giorni, meglio conosciuti come agnellini. questo spiega come mai in questo periodo la maggior parte dei adulti consuma gli agnelli, appositamente fatti nascere per essere sterminati per l'occasione, cucinati nei modi più diversi (agnello arrostito, vieni a me!).
foto beatrice zarroli
arrosto di agnello e patate

e d'altronde non è una novità il fatto che una certa dose di furia devastatrice sia insita nelle radici e, allo stesso tempo, retaggio della cultura cattolica e/o di certa ricezione di essa, lo confermano a iosa tutte le altre tradizioni italiane tipiche del periodo pasquale. tuttavia specifica dei giorni nostri, è la possibilità che la tradizione di festeggiare necessariamente nutrendosi di cose fresche, appena nate, e primizie di stagione, possa shockare e portare a reazioni di tipo animalista.
boh, forse a torto mi verrebbe anche da pensare che, nella terra del biologico e delle leggi che vietano la commercializzazione delle uova prodotte con l'allevamento in batteria, se la tradizione pasquale fosse così strettamente culinaria come quella italiana e se ne avesse le stesse connotazioni infanticide, come minimo questa si trasformerebbe in motivo scatenante per la guerra civile tra i crucchi animalisti e quelli sostenitori della tradizione stessa. va detto che in italia le tradizioni sono fortissime, a maggior ragione quelle radicate nel cattolicesimo, così come che lo spirito innovatore negli italiani è quasi pari a zero, e che questa tendenza è ancora pienamente riscontrabile nella generazione tra i 30 e i 35 anni.
ciò tuttavia, non escluderei che nelle nuove generazioni i sentimenti animalisti possano vincere la rassicurazione millenaria della tradizione cattolica...